22 aprile 2010

Per salvarla la dichiarano "incapace d'intendere e di volere al momento del fatto"
10 ottobre 2009 - Una madre che coinvolge il figlio di neanche 16 anni in rapporti sessuali incestuosi, aperti anche ad una "amica convivente" e fotografati su commissione di un terzo conoscente, un bergamasco, che riceveva gli scatti via mms.
Una storia agghiacciante di presunti abusi fisici e psicologici, che ora è arrivata a processo davanti al collegio di giudici del Tribunale di Monza presieduto da Italo Ghitti. Una vicenda di degrado sociale e familiare che risalirebbe al 2007 e che è già passata attraverso alcune fasi di giudizio dagli esiti che lasciano a bocca aperta.
In udienza preliminare la madre del ragazzo, che ora è stato dato in affido a un’altra famiglia, è stata completamente prosciolta dalla pesante accusa di concorso in violenza sessuale, perché una perizia psichiatrica disposta dal giudice d’ufficio l’ha dichiarata completamente incapace di intendere e di volere quando si sarebbero consumati gli abusi. Inferma di mente ma non socialmente pericolosa, secondo la stessa perizia psichiatrica. Quindi la donna - una quarantenne di un paese dell’Alta Brianza - è tornata alla sua vita normale, con un certificato penale assolutamente pulito: quindi potrebbe commettere altri reati analoghi su altri ragazzini indifesi.
Al processo al Tribunale di Monza sono invece imputati l’"amica" della quarantenne, che risulta risiedere nel Lecchese, ma abitava da qualche tempo dall’"amica", da quando aveva lasciato la casa coniugale.
Le imputate, dal canto loro, negano le accuse, rappresentate in aula dal pubblico ministero Alessandro Gentile. A raccontare gli abusi subìti è stato lo stesso 16enne, che era già in contatto con i servizi sociali perché in passato già tolto ai genitori.
link alla notizia
http://ilgiorno.ilsole24ore.com/bergamo/cronaca/locale/2009/10/10/244454-foto_hard_madre_figlio_processo.shtml

Il padre era totalmente all'oscuro
13 ottobre 2009 - Non aveva nemmeno 16 anni quando ha trovato il coraggio di raccontare tutto. Era poco più che un bambino quando, davanti agli assistenti sociali che lo seguivano per uno specifico programma di reinserimento in famiglia, ha raccontato degli abusi subiti da sua madre e dall’"amica" di lei, dei rapporti incestuosi, delle foto scattate col cellulare e poi spedite, via Mms, a un uomo della Bergamasca ora accusato di istigazione alla violenza sessuale. A distanza di due anni la vicenda è finita nella mani del giudice Italo Ghitti, in un processo a porte chiuse presso il tribunale a Monza.
La madre del 16enne nella fase istruttoria dell’inchiesta è stata dichiarata incapace d’intendere e di volere ma non socialmente pericolosa, e quindi prosciolta dalla gravi accuse di concorso in violenza sessuale. Accuse, dalle quali invece si dovrà difendere l’"amica", una donna quarantenne, residente nel Lecchese, che all’epoca dei fatti viveva con la madre e il 16enne.
La posizione del padre del ragazzo è parsa fin da subito chiara: l’uomo viveva con la convivente ma era totalmente all’oscuro di cosa stesse succedendo all’interno delle mura domestiche.
La situazione familiare era comunque molto degradata, tanto che anche gli altri due fratellini più piccoli erano stati allontanati ed affidati ai servizi sociali. La vittima, invece, stava seguendo uno specifico programma di reinserimento in famiglia e per questo motivo viveva a casa. Dopo il racconto ai Servizi sociali, il ragazzo è stato immediatamente allontanato della famiglia d’origine ed affidato a nuovi genitori, dove da due anni cerca solo di dimenticare e costruirsi una vita.
link alla notizia:
www.cronacaqui.it/news-insieme-allamica-fa-sesso-col-figlio-sedicenne--_27429.html


22 aprile 2010 - Giravano scene hard con un ragazzino adolescente e poi le inviavano col telefonino ad un uomo: filmini ai quali prendeva parte anche la madre del ragazzo.
E' di sette anni di reclusione e cinquantamila euro di multa - con le accuse di concorso in atti sessuali con minore e produzione di materiale pedopornografico - la condanna pronunciata ieri del tribunale nei confronti di una donna di 42 anni di Monticello Brianza. Non imputabile, invece, la madre del ragazzo, a causa delle sue condizioni precarie di salute mentale.
Il verdetto di colpevolezza è stato emesso per l'"amica" della madre 40enne, una donna ospitata nell'appartamento di Besana Brianza in cui, nel 2007, si è consumata la vicenda. Quattro gli episodi contestati dalla pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Alessandro Gentile, che ha chiesto una pena a sei anni, anche inferiore a quella pronunciata dal collegio presieduto da Italo Ghitti.


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