22 dicembre 2010

Prima del delitto ci sarebbe stata una lite tra i due, forse in seguito alla richiesta di soldi o altro

16 settembre 2009
PRATO - Un uomo di 72 anni è stato ucciso la notte scorsa davanti al pronto soccorso dell'ospedale di Prato, dove aveva accompagnato la suocera per un ricovero. A colpirlo, con una coltellata, secondo la ricostruzione della polizia, è stata una giovane di 22 anni, nata e residente a Prato, di origine rom, che è stata arrestata con l'accusa di omicidio volontario.

UN LITIGIO ALL'ORIGINO DEL DELITTO - Secondo una prima ricostruzione, tra i due ci sarebbe stato prima un litigio, forse in seguito alla richiesta di soldi o altro da parte della giovane che stazionava davanti al pronto soccorso. Poi quest'ultima avrebbe tirato fuori il coltello e colpito l'uomo. Il settantaduenne è stato subito soccorso dai medici dell' ospedale, ma per lui non c'era più nulla da fare. Sul posto è poi intervenuta la squadra mobile di Prato che ha rintracciato la giovane sempre nell'area del'ospedale. Portata in questura e interrogata, la ventiduenne avrebbe ammesso le sue responsabilità.
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22 dicembre 2010

QUANDO il giudice Anna Liguori ha letto la sentenza, non ci sono state reazioni inconsulte. Un clima tutto sommato sereno, per quanto possibile: da una parte la famiglia di Mariso Mordini, cioè la vedova Sara Castellani e il figlio Fabio, avvocato. Dall’altra i parenti di Aida Halilovich, la 23enne Rom condannata a 14 anni di carcere per aver ucciso con una coltellata al cuore il pensionato 72enne nella notte del 16 settembre 2009, di fronte al pronto soccorso.
L’attesa era cominciata a metà mattina fuori dall’aula dell’udienza preliminare, a porte chiuse come da procedura, dove il pubblico ministero Eligio Paolini ha chiesto il massimo della pena: 30 anni, in pratica l’ergastolo con lo sconto di pena automatico in caso di rito abbreviato, come nella fattispecie. Una richiesta forte delle perizie che avevano attestato la capacità di intendere della Halilovich al momento dell’omicidio.
La difesa dell’avvocato Terranova, invece, era basata sulle perizie che sostenevano l’esatto contrario: la totale infermità di mente. E su quelle carte si è giocato un processo difficile, di grande impatto popolare. Il gup Liguori depositerà fra novanta giorni le motivazioni della sentenza; per ora si capisce che ha concesso le attenuanti generiche, per cui la pena è scesa da 30 a 21 anni, il minimo. Lo «sconto» del 30% ha portato a 14 anni. Poi si vedrà in appello... Da aggiungere anche i risarcimenti stabiliti dal giudice Liguori: 400mila euro alla vedova, 250mila al figlio.


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